giovedì 28 aprile 2011

A Genova non si knitta

Viaggio a Genova vuol dire fermarsi vicino ad Alessandria in un posticino scoperto 7 anni fa e trovare la cucina pressocchè immutata nel tempo, compreso il Bonet d'ordinanza...Viaggio a Genova vuol dire file in autostrada. Fortuna che esistono i circolari... anche se Il Marito mugugnava:"Avabbè, allora è compulsivo..." Per la cronaca, stavo sferruzzando la Foreign Correspondent's Scarf (mai nome fu più azzeccato al momento) con del cotone tinto da me.Viaggio a Genova vuol dire scoprire l'agriturismo Argentea, un posticino arrampicato sui monti vicino ad Arenzano, immerso nel verde e con addirittura dei fichi d'India!... dove si mangiano prodotti coltivati direttamente in loco e che bisogna per forza testare e controllare prima di darli ai bambini: si sa, le mamme sono molto scrupolose...... e dove si fa la conoscenza di un gatto dispettoso (non per niente battezzato Bin Laden), che ha deciso di adottarci e di perseguitarci per tutta la nostra permanenza, funestando il nostro riposo con miagolii strazianti e scavando forsennatamente nelle nostre valigie, ignorando le nostre minacce e, talvolta, persino i nostri calci.Viaggio a Genova vuol dire prendersi un pomeriggio per far contenti i ragazzi.Viaggio a Genova vuol dire la classica visita all'Aquario, dove si cerca di non far cadere i figli in acqua, di non farli mangiare dai pesci e di interessarli a qualcosa che non siano "gli squali, gli squali!!!". Con scarso successo, peraltro.Viaggio a Genova vuol dire knittare al Mentelocale Cafè sola soletta, sperando in una visitina di qualche LqA ma... niente. E vuol dire anche venire adottata dalle 5 vecchiette del tavolo vicino, che molto gentilmente, quasi fossi una malata di mente, mi hanno spiegato che le maglie costano meno in bottega. E che no, di negozi di lana a Genova non ce ne sono, magari solo uno ma sicuramente oggi è chiuso. Al che, si capisce, ho dovuto consolarmi recandomi al negozio vintage più vicino e comprandomi subito una borsa gialla di Jil Sander ed un vestito blu di Vivienne Westwood.Viaggio a Genova vuol dire mangiare chilometri quadrati di focaccia.Viaggio a Genova vuol dire visitare i Museo del Mare, dove i ragazzi impazziscono per provare tutto quanto... e starci quindi circa 5 ore e saltare pure il pranzo...Viaggio a Genova vuol dire la classica foto ricordo davanti a San Lorenzo... e litigare con un turista dentro la chiesa perchè usava il telefonino.Viaggio a Genova vuol dire pranzare con 2 coppie senza figli con le quali gli argomenti in comune sono pari allo zero assoluto (anche perchè l'argomento principale era se partecipare o meno ad una megariunione yoga in New Mexico il 12/12/2012) e consolarsi guardando il soffitto affrescato meravigliosamente e... ringraziare che i proprietari non lo abbiano fatto restaurare!Viaggio a Genova vuol dire camminare ore ed ore nei vicoli suggestivi e scoprire che a Genova le donne non portano i tacchi. E capire anche il perchè.Viaggio a Genova vuol dire trascinare il figlio recalcitrante e ribelle, meditando crude vendette quando sarà adulto e dovrà accudire la madre inferma.Viaggio a Genova vuol dire scoprire un gelato buonissimo.Viaggio a Genova vuol dire restare delusi dalla casa di Cristoforo Colombo:"Ma come mamma, tutto qui???"Viaggio a Genova vuol dire un giro sul Bigo a vedere la città dall'alto. E stupirsi per quanto è bella!Viaggio a Genova vuol dire un giro sul Galeone dei Pirati e passare tutto il tempo a tirare fuori il figlio piccolo dalle gabbie dove lo rinchiudeva il figlio grande.Viaggio a Genova vuol dire visitare la Città dei Ragazzi e scoprire che, tra tutte le attrazioni, Leonardo vuole fare il ciclista...... mentre l'ambizione di Riki è quella di diventare capocantiere.Perfetto, ha già un mestiere in mano.

martedì 19 aprile 2011

Stitch 'nd Spritz n° 6 e SILVER

Ebbene si. Lo Stitch 'nd Spritz qui nelle Desolate Lande del Nord-Est Flagellate dalla Bora impazza.
Ma impazza davvero ed è sempre più "internescional": è già la seconda volta che abbiamo come ospite una ragazza russa! Eeeeeeehhhhhhh, ragazze, qua non si sta mica a pettinare le bambole, qui è una cosa seria...
Si conoscono nuove appassionate e si reincontrano "vecchie" amiche come Lucia. Il bello di questi appuntamenti è la libertà: a parte uno zoccolo duro di fanatiche (ahem, si, ci sono anch'io...) le partecipanti a volte vengono a volte no, c'è la massima libertà e questo mi piace moltissimo.
A volte capita di "scoprire volti nuovi". nel senso. Scopri che ci sono delle Laniste Quasi Anonime (che non sanno di esserlo) anche fuori dal web! E che possono diventarlo ancora di più sotto il tuo malefico influsso! Che, pur non avendo un blog e ignorando cosa sia Ravelry, fanno un maglione bordeaux bellissimo con delle trecce a rombi pizzose da infarto!!! Ma come, come hanno scoperto tutto ciò? AFFRONTO!!! Bisogna contagiarle... e quando ricevi un messaggio che dice:"Ommioddio, dovrei cucinare/sferruzzare/andareaprendereibambini e invece sono qui al computer e non riesco a staccarmi" capisci che... missione compiuta, ormai sei mia!
Il nostro posticino, poi, è un posticino meraviglioso, sapete? C'è anche il sole che bacia i belli. E faccio notare che qualcuno ha finito l'ennesimo cardigan, viola, stupendo. Come non essere invidiose? E come non temere di vedere insidiato il mio "primato" dei 12 cardigan per 12 Stitch 'nd Spritz? Lei non lo dice... ma io sono sicura che, sotto sotto, ci vuole provare... gh gh gh...Come (quasi) sempre si è fatto un gran parlare di tinture e... sorpresa sorpresa... una partecipante, una di quello dello zoccolo duro, per capirci, ha fatto le prove di tintura naturale!!! Meno male, pensavo di essere l'unica lievemente malata di mente!!! Da sinistra vedete la lana con il colore originale, due lane diverse tinte con il tarassaco ed una con uno sciroppo di sambuco. Sono esaltata ed invidiosissima.E poi, vabbè... potevo non portare le mie lane tinte per farle toccare dal vivo? Ebbene, mi conoscete, sono una fanatica esibizionista e brillo sotto l'approvazione ed i complimenti altrui, quindi non potevo non farlo. E knittare guardando un tale mucchio di colore è sicuramente piacevole.Alla fine ci sono anche io, come no. Come potevo non immortalare il cardigan numero 4? Trattasi del Silver di Louisa Harding (si, sempre lei, ormai sono quasi una stalker, oppure una fine pubblicitaria, non so bene...), tratto dall'ormai consunto libro "Cardigans". Notare, dallo stacco di gamba della foto numero uno (tutto merito della fotografa), che il knitting può essere molto sexy. Infatti Il Marito apprezza.
Ma, dato che avevo paura che all'interno del caffè le foto non venissero, ho, come al solito, precettato Il Primogenito per farmi una carrellata di foto del cardigan. Bravino eh, mica come la mamma, chissà da chi avrà preso?No, non è ancora il momento del cotone, per fortuna...
Ed ora, prima comunicazione di servizio.
Il prossimo S 'nd S si trasformerà in S 'nd S 'nd S. Abbiamo aggiunto una S, e "solo per una volta sola". Che cosa sarà, che cosa succederà? Chi era presente questa volta lo sa già. Chi non lo era... lo scoprirà presto... stay tuned per maggiori informazioni.
Seconda comunicazione di servizio: sabato prossimo, il giorno prima di Pasqua, sarò seduta a sferruzzare al Mentelocale Café all'interno del Palazzo Ducale in piazza Matteotti 5 a Genova: lo Stitch 'nd Spritz in trasferta! Chiaramente chiunque è il benvenuto, firmerò anche autografi, ma non sulle parti intime.

venerdì 15 aprile 2011

Potevo non stupirvi con colori ultravivaci?

Come avevo anticipato nel post precedente... ecco qua il risultato delle mie "fatiche tintorie". Mi si potrebbe obiettare, e so già che qualcuna lo farà, che ormai sono in crisi bulimica da tintura. Ebbene. Non lo negherò. Ma cercherò disperatamente di discolparmi, perdiana! Voi siete come me, non negatelo! Quando una nuova passione (ok, ok, mania...) dilaga, chi può resistere? Chi può resistere al richiamo di quel pattern nuovo nuovo uscito su Ravelry che deve essere comprato subito subitissimo? Chi può resistere al richiamo insistente di un biscotto al cioccolato che geme dalla biscottiera e vuole solo voi? Chi può resistere al famoso "ultimo giro" alle 2 di notte con solo 2 giri per la fine del maglione? Chi può resistere dal catalogare l'ennesima collana stratosferica che avete trovato on-line e che prima o poi vi farete? Quindi, testa bassa, rassegnazione e. Mu-te.
Ed ora, in tutta la loro gloria e rigorosamente in ordine alfabetico, eccole qua, le mie matasse, la mia gioia, la mia droga. Si, hanno tutte un nome, potevo non dargliene uno? In effetti speravo che accorressero la richiamo... io ci provo ma niente, ancora non collaborano. Siete avvisate, tolleranza zero a chi le prende in giro per i nomi, eh...
BitterSnail.BlueMoon.DarkRainbow.MartiniRosso.PurpleMist.RedLizard (si lo so che l'avete già vista, ma sono un'esibizionista, ok?).SummerTomatoes.WildGrass.Ditemi... quale preferite? E, soprattutto, secondo voi quale preferisco io? Ai posteri...

mercoledì 13 aprile 2011

Come ti tingo la lana col micro

Dopo che una è stata assente parecchio tempo, la cosa che deve fare è fare un'entrata con il botto. Almeno, questo è quello che mi ha sempre detto mia nonna, buonanima, e lei era una che se ne intendeva. E quindi, ecco il botto. Sono tornata per farvi partecipi dell'ultima passione (ok, ok, mania...) che riempie le mie giornate. Almeno fino a quando IlMarito non è a casa, perchè si sa che gli uomini certe cose non le capiscono. Nè mai le capiranno, non mettetevici (mettetevicisi? mettetevillo?) neanche. Ordunque, anche se sembro una sotto l'effetto di un allucinogeno, andiamo ad incominciare. E tanto per puntualizzate... questo è l'adrenalinico effetto di una nuova passione (ok, ok, mania...).
Come dicevo, secondo una ben fondata teoria, frutto di lunghe osservazioni di knitter all'opera dei loro manufatti, dopo un po', la Knitter Tipo (da qua in poi chiamata più brevemente KT), come sotto l'effetto di una droga, non si "accontenta" più di sferruzzare semplicemente. Dopo aver esplorato tutte le possibili costruzioni di un maglione (da sotto, da sopra, dal lato, con una mano sola, con un piede e una mano, con le orecchie, saltando la corda ecc.) la KT si annoia. O meglio, va in assuefazione, nulla più la smuove, la stupisce. E allora si rivolge alla ricerca sui materiali: sferruzza, quindi, lana di capra, di pecora, di cane, di yak, cerca fibre particolari chenessunoha, tipo la soia, la fibra di latte (e qui ci si potrebbe scrivere un intero poema... dico io come si fa a filare il latte soloDiolosa), la lana di gnu tibetano, la lana formata tessendo i bioccoli di polvere in giro per casa (e guai a spolverare, eh), la lana comprata in un paesino mongolo dove ha impunemente trascinato il consorte perchè le faccia da traduttore e sponsor. Insomma, tempi duri. Ma anche questa nuova via, dopo un po', intristisce la KT. Di nuovo il suo megadeposito di filati sparso in giro per casa non le da gioia. I colori le sembrano tutti uguali... un momento... abbiamo detto "colori"? Ecco la via! Ed eccola che diventa una professionista dell'abbinamento, consumandosi cornee e polpastrelli sul computer per scovare il venditore di lana tinta a mano che nessuno ha. Un arcobaleno le si presenta davanti, e qua non c'è pericolo di annoiarsi, i colori sono talmente tanti, e talmente tante le combinazioni... ma... c'è un ma. Costano. Le lane tinte a mano costano un occhio. Oh, misera KT, dovrà forse rinunciare a questa nuova passione (ok, ok, mania...)? Ma no, affatto, perchè si documenta ancora, in ricerche notturne in pigiama, con gli occhi ormai che rischiano la cataratta, mentre il coniuge dorme il sonno del giusto. E scopre che le tinture possono essere fatte in casa. Con modica spesa e grande soddisfazione. Evvai, alla carica!!! L'adrenalina sale. E volete che la KT non ci provi? Ed ecco che intervengo io. Come non potevo dividere questa nuova passione (ok, ok, mania...) con voi? E quindi andiamo ad incominciare.
Le fibre si possono colorate e tingere in tanti modi, ma io qui mi occuperò della tintura fatta con i coloranti alimentari. In giro per la Rete ultimamente si è fatto un gran parlare della tintura con il Kool-Aid, una bevanda coloratissima americana, venduta disidratata in bustine, che colora la lana (e fibre animali e pure capelli!) in modo meraviglioso. In Rete ci sono decine di tutorial su come si fa a tingere la lana con questo metodo, ma ha un difetto: i colori ottenibili sono decisamente limitati. E anche piuttosto sbiaditi, almeno secondo i miei gusti. Potevo forse accontentarmi? E potevo forse attendere 2 settimane l'ordine del Kool-Aid dall'Inghilterra prima di iniziare gli esperimenti che non vedevo l'ora di provare? Ma nemmeno per idea! Quando il sacro fuoco brucia, bisogna assecondarlo subito! E quindi sono andata in drogheria ed ho comprato delle bustine di coloranti alimentari, quelli che si usano per fare anche le glasse colorate, oppure per tingere le uova, vanno bene uguale. Potete provare anche con i colori per le uova di Pasqua in tavolette, funzionano anche loro.
Per prima cosa ho messo delle matasse di lana a bagno in acqua con una spruzzata di aceto bianco (fa le veci del mordente) e, mentre queste assorbivano bene il liquido e si impregnavano, con le bustine di colore ho fatto delle prove per ottenere il colore desiderato. Il vantaggio indiscusso di questa tecnica è, oltre ad usare la lana bianca o non tinta, è che si possono usare anche delle lane colorate... chiaramente i colori che userete si sovrapporranno al colore originario, dando origine a delle sfumature molto interessanti! Ragione di più per fare delle prove.
Primo avvertimento: questo è si un tutorial, ma non aspettatevi di trovare dosi esatte, è un metodo empirico, anche perchè tutti i coloranti e le lane sono diversi, quindi dovete per forza fare delle prove per ottenere il colore desiderato. Il mio consiglio è quello di diluire la polverina POCO per volta con acqua, per esempio una buona proporzione per incominciare potrebbe essere diluire una bustina con 100 ml di acqua. Il colore che otterrete sarà molto intenso, poi potrete sempre schiarirlo per ottenere delle tonalità più chiare. Con dei pezzettini di lana fate le "prove tintura": immergete la lana e poi strizzatela fon forza tra le dita: quello sarà un colore molto vicino a quello che otterrete alla fine del processo.
Secondo avvertimento: usate i guanti, i colori sono alimentari, ma macchiano terribilmente le mani!Una raccomandazione: non fidatevi del colore dell'acqua: NON E' IL COLORE DEFINITIVO, infatti qui sembrano due tonalità di rosso ed un nero, vero? Ed invece sono marrone, rosso e giallo. Quando avete ottenuto la sfumatura desiderata, aggiungete al colore 1 o 2 cucchiai da tavola di aceto di vino bianco.Prendete la matassa, strizzatela un pochino, basta che non goccioli più acqua (comunque deve rimanere abbastanza bagnata) e sistematela in un contenitore a prova di microonde.Come sistemare la lana? Dipende dall'effetto che volete ottenere, fate delle prove anche per questo per vedere come vi piace. Io la volevo decisamente "variegata" (si può dire anche se non è un gelato?), per cui l'ho sistemata a "S". E... no, non avete lo schermo rotto: la mia lana era grigio-perla, volevo ottenere un effetto spento ed elegante.Ed ora, pronte? Sfoderate una bella siringa (senza ago!!!) e... partenza!!!Irrorate la lana con il colore formando delle righe. Anche qua, attente: non usate troppi colori, potrebbero mischiarsi troppo, anche se la nostra intenzione è che un po' si DEBBANO per forza mischiare... insomma, misura. Io per una matassa ho usato circa 2 "siringate" per ogni colore. Cercate di non mettere i colori troppo vicini gli uni agli altri.A questo punto dovete "mescolare" i colori, in modo che si fondano insieme rendendo armonico il risultato. Con la punta delle dita premete sulla lana, in modo che il colore penetri bene nelle fibre, cercando di sfumare i colori tra di loro.Spostate delicatamente la lana per controllare che sia completamente tinta.Mettete il contenitore nel microonde e preparatevi alla "cottura": il calore fissa il colore nelle fibre. Selezionate la massima potenza e fate dei cicli brevi, tipo 2 minuti, aprendo la porta tra uno e l'altro per far uscire il vapore. Dopo ogni ciclo, controllate l'acqua che rimane sul fondo del contenitore: se è trasparente e non più torbida, la "cottura" è sufficiente. Anche in questo caso, possono volerci più o meno cicli, dai 2 ai 6, dipende da molti fattori, dal tipo di filato alla potenza del forno. State attente a non incendiare la lana!!!Alla fine, trasferite in velocità la lana su una gruccia sopra il lavandino per far scolare il liquido. State molto attente perchè scotta!!!Quando non colerà più liquido, fate asciugare la matassa completamente.Ecco come si presentano le matasse dopo l'asciugatura (argh, la foto è con il flash!).Ora, lavate bene le matasse con molta acqua FREDDA. Il colore residuo da sciacquare via dovrebbe essere veramente poco, se avete usato della lana pura. Se avete usato un misto lana e acrilico sarà di più, naturalmente. All'ultimo lavaggio, aggiungete del sapone per piatti (si, ho detto proprio così). Fate asciugare nuovamente e... voilà!Tingere con i coloranti alimentari comporta una grandissima soddisfazione e indubbi vantaggi: i colori sul mercato sono parecchi, sono miscelabili tra di loro, si può tingere lana colorata, si può tingere lana mista ad acrilico (avremo delle tonalità pastello) e soprattutto, essendo dei coloranti innocui, possiamo utilizzare le stoviglie di cucina! E potremo schiavizzare i figli per farci aiutare...
Per questo tutorial devo ringraziare 3 persone: la prima è Eva, mia ispiratrice e musa del Kool-Aid, la seconda è Tzugumi, fotografa ufficiale del tutorial (tranne le foto brutte, quelle sono mie...) e ColeiCheNonVuoleEssereNominata, supporto morale e... grande amica nei momenti di difficoltà.
E se volete discutere con me o polemicare sul tutorial che magari non vi è piaciuto... venite al Bar - Libreria Knulp in via Madonna del Mare 7/a domenica prossima 17 aprile dalle 16 alle 19. Questo mese lo Stitch 'nd Spritz anticipa di una settimana!!!