sabato 30 maggio 2015

In partenza per… Firenze!

Sono davvero emozionata perché sabato 6 giugno sta arrivando a grandi passi, ed in quella data (dalle 11 di mattina alle 17 del pomeriggio) sarò a Firenze, ospite di Cecilia e del suo negozio “Il Filomatto”!
Lavoreremo lo scialle Costabella, imparando un sacco di cose nuove: i vari tipi di ferri accorciati, le basi della lavorazione a colori Intarsia e un'infarinatura sui punti reversibili!
Per maggiori informazioni potete rivolgervi direttamente al negozio "Il Filomatto", via Arnolfo 15/r a Firenze, oppure sulla sua pagina FB, inviando un messaggio privato o ancora telefonando al numero 338 796 4043.
Sto arrivando!

venerdì 29 maggio 2015

Momenti di vera goduria.

Capitano, a volte.
Si, certo che capitano.
Come quando una cara amica, della quale non parlerò mai abbastanza (Alessia di Beads and Tricks [nota del mio cervello], lavora un tuo pattern e ne parla nel suo seguitissimo blog.
Che già quello, diciamolo, fa piacere.
Se poi scopri che ha affrontato delle difficoltà alle quali non si era mai sottoposta piuttosto di lavorarlo, beh.
Son soddisfazioni GRANDI.
Le perdoniamo anche di non aver fatto tutte ripetizioni necessarie.
E poi le foto. Ah, da pessima fotografa quale sono, mi viene voglia di rubarle e di farle mie per sempre, (muahahahah), ma, ok. Sto diventando una persona seria e non si può proprio più. :)
E allora, cliccate QUI ed andate a leggervi il post di Alessia, io sto scoppiando di orgoglio!

lunedì 25 maggio 2015

"Punti" di vista - Intervista a Roberto Cosolini




Roberto Cosolini, sindaco di Trieste, inaugura con un simbolico taglio del nastro il primo post-intervista su Artherapy!
Questa serie si chiama "Punti" di vista, un gioco di parole che volevo rimandasse al mondo della maglia ma anche all'apertura a visioni "altre".
Le personalità che andrò ad intervistare a cadenza grosso modo mensile hanno infatti età e svolgono professioni tra le più disparate e, cosa più importante, non provengono direttamente dal mondo dello sferruzzare. Magari nascosto, ma un filo rosso che li lega al mondo della maglia potrebbe esserci e cercheremo di scoprirlo.
Il primo tra tutti ad essersi simpaticamente prestato a rispondere alle mie domande, ora serie ora bislacche, anche in presenza di Valentina è stato il primo cittadino della nostra città, che alla fine ha posato per noi con una creazione Tibisay al collo facendoci davvero un favore perché, come scoprirete, non è per niente una persona freddolosa. Eppure secondo noi questa sciarpa gli dona un che di carisma e sintomatico mistero, e voi che dite?
Buona settimana e alla prossima!

Chiara

P.s. Il post di lunedì 1 giugno sarà spostato a mercoledì 3 giugno per permettervi di godervi i giorni festivi staccandovi anche dal pc!


Chiara Gelmini: Ha qualche ricordo o aneddoto legato alla maglia?

Roberto Cosolini: Non direttamente legati a casa mia, ma ho una zia che ha questa passione, sferruzzava spesso e in più di qualche occasione mi ha fatto un maglione, di quelli pesanti, che essendo io molto caloroso potevo indossare solo quando faceva molto freddo, ad esempio in montagna.


CG: Indossa volentieri capi in maglieria e in che occasioni?

RC: Solitamente per lavoro indosso camicia e giacca, ed è difficile per me indossare il maglione, anche perché soffro molto il caldo. Associo i capi in maglia al fine settimana e al tempo libero (che è poco), dove posso concedermi un abbigliamento comodo.


CG: Cosa cerca in un capo di maglieria?

RC: Associando i capi in maglia all'idea del tempo libero, quello che cerco è soprattutto la confortevolezza.


CG: Ha mai provato a sferruzzare? Proverebbe? E se no, ha un hobby manuale che la rilassa?

RC: (Ride n.d.R.) Non ho mai provato, e credo sia un bene per tutti, dato che devo confessare di non essere portato a svolgere attività manuali. Al massimo, e come hobby, posso includere alcuni lavori domestici che non richiedano particolare destrezza manuale, come ad esempio svuotare la cantina o l'intera libreria per mettere a posto e pulire, operazioni che mi rilassano notevolmente. Ma per fortuna anche queste sono attività che si svolgono una volta all'anno.
Prediligo invece attività solitarie e tranquille come la lettura o ascoltare musica.


CG: Se fosse un capo in maglia, cosa sarebbe?

RC: Sarei probabilmente un maglioncino (e specifica "leggero", n.d.R.) girocollo -che si adatta bene a vari tipi di camicie- di colore azzurro-blu.


CG: Se la sua vita fino ad ora fosse un lavoro a maglia, che materiale avrebbe intrecciato?

RC: Vista la mia passione per il Messico direi un'amaca messicana intrecciata con fili di cotone, oggetti che mi hanno sempre colpito e rimandano a una terra che amo, alla vacanza, al caldo, alle palme...


CG: Che cosa si augura di intrecciare in futuro?

RC: Mi piacerebbe molto intrecciare la città con i progetti di vita dei giovani, è lo sferruzzamento migliore che posso augurarmi.

venerdì 22 maggio 2015

Un dolce pensiero

Durante il BC Garn - Cocktail presso Lalanalà ho avuto il grande piacere di conoscere una persona speciale: Patrizia.
Per partecipare all'evento si è fatta in macchina più di 100 km, e già questo meriterebbe menzione! Con lei ho avuto modo di chiacchierare (brevemente, purtroppo, il tempo è sempre tiranno!)... ma dopo un paio di giorni, mi ha segnalato un post che ha scritto sul suo blog: Il Giardino dei Mirtilli.
Ovviamente, curiosa come una scimmia, sono subito corsa a leggerlo e… mi sono commossa!
Mi sento anche un po' imbarazzata perché Patrizia ha scritto davvero delle cose bellissime su di me!
Grazie mille, cara amica, io spero di rivederti prestissimo!
E ti auguro che tutti i tuoi sogni si avverino. <3 p="">

mercoledì 20 maggio 2015

Un post Ospite: Due Fili d'Erba

Oggi ho il grandissimo piacere di ospitare un "post ospite".
Ehr… ospite - ospitare… ehr… Nota Di Me: comprare dizionario dei sinonimi.
Nota di Meme: non parlare a voce alta che ti prendono per pazza… zitta tu! No, tu!

Ok, ripreso il controllo della situazione e i calmanti, eccomi pronta: Dicevo, oggi leggerete un post scritto da un'altra persona, non io e nemmeno Chiara, ma THAIS KAUPPINEN.
Thais, in collaborazione con Desirèe, scrive su un blog bellissimo che ho scoperto solo da poco: Due Fili d'Erba. Il blog parla di Finlandia, di Nuova Zelanda, di cucina, di viaggi, di ricette… insomma, andatevelo a vedere, perché è stupendo!
Io, naturalmente, appena ho scoperto che Thais vive in Finlandia, l'ho subito "incastrata" perché ci raccontasse di come viene vissuto il mondo della lana nel suo paese… lei è stata al gioco e quindi… ecco quello che ha scritto, godetevelo tutto!
Ciao a tutti gli amici di Valentina!

Mi presento. Mi chiamo Thais e sono un'italiana che attualmente vive in Finlandia. Sono arrivata quassù un po' per caso, ma ci resto per amore di mio marito Klaus e della cultura e natura finlandese.

La Finlandia è sicuramente un paese a sé. È innanzitutto genuino: non si adorna di tanti fronzoli, non se la tira. Così come lo vedete, è. È un paese che ha fatto della tecnologia e della scoperta il suo punto cardine, ma allo stesso tempo non lascia andare le sue tradizioni e radici e se ne prende cura.

Ultimamente si è fatto un gran parlare del fatto che il sistema scolastico finlandese pare sia uno dei migliori del mondo. Questo sistema prevede 9 anni di peruskoulu, o scuola base, uguale e obbligatoria per tutti, finiti i quali ognuno deciderà se continuare per un liceo o per delle scuole studiate apposta per farti ottenere una professione. Durante l'ammattikoulu, o scuola professionale, sono inclusi numerosi tirocini in aziende locali. In questo modo, a 18 anni, i ragazzi finlandesi sono pienamente preparati e in grado di essere inseriti nel sistema lavorativo.

Durante la scuola di base, una materia particolarmente apprezzata è il käsityö, l'artigianato. La materia dell'artigianato esiste per dare ai bambini la possibilità di esprimersi in diversi ambiti: progettazione e realizzazione di vari oggetti, realizzazione di tessuti e abbigliamento, sia con macchina da cucire che a maglia. In questo modo agli studenti è data la possibilità di capire il posto che ha, sia nella cultura che a livello personale, l'artigianato. Lo scopo di questa disciplina è porre le basi per una professione futura o più semplicemente dello sviluppo di un'hobby personale nonché tenere vivo il bagaglio culturale e sviluppare nei ragazzi la conoscenza della natura che li circonda. Gli studenti sono guidati a realizzare prodotti di alta qualità e duraturi. Inoltre imparano a combinare elementi visuali, funzionali, ecologici, economici e tecnologici. Nei prodotti finali è possibile riconoscere elementi estetici, visuali, culturali e tradizionali. Lo studente impara ad apprezzare quello che fa con le proprie mani e lavoro di gruppo. La materia dell'artigianato prevede 500 ore durante la scuola di base obbligatorie che posso essere estese fino a 1300 a scelta dello studente.

Ecco quindi spiegato il perché tutti i finlandesi sono in grado di fare maglia, sia maschietti che femminucce! É davvero radicato nella cultura di quassù il lavorare a maglia nel tempo libero, specialmente nei lunghi, freddi e bui inverni che ci ritroviamo. A volte, ci si riunisce (specialmente tra donne) e in compagnia si sferruzza in allegria. Un altro aspetto molto comune è regalare accessori o pezzi di abbigliamento fatti a maglia ai propri amici. Vi faccio un esempio. Appena arrivata quassù vivevo con una mia amica finlandese la cui amica (mai vista in vita mia e tuttora mai conosciuta!) mi ha regalato un paio di calze di lana fatte da lei come benvenuto! Mi piacerebbe incontrarla un giorno solo per dirle grazie! :D



Anche la nonna di mio marito, quando ci siamo iniziati a frequentare, mi ha regalato delle calze. E un'altra amica con il pallino della maglia (è pazzescamente veloce e fa a maglia ogni momento libero che ha per poi regalare ad amiche una notevole quantità delle cose che produce) mi ha regalato questi bellissimi guanti con cappello in coordinato.

Insomma, la Finlandia ha capito l'importanza del fare a maglia, non solo perché è essenziale avere indumenti caldi per sopportare i -30 gradi che colpiscono in inverno, ma anche come momento di aggregazione e come valore culturale.










Mi ha fatto davvero piacere essere ospite qui da Valentina. Spero di avervi fatto venire un po' di acquolina riguardo alle terre nordiche in cui vivo e vi aspetto da me su Due fili d'erba!

Thais K.

lunedì 18 maggio 2015

Nelle maglie dell'Arte - Bea Camacho

Bea Camacho, Enclosure II, Tate Modern Gallery, Londra 2010

Alcuni di coloro che lavorano a maglia o uncinetto producono solo maglie o berretti, altri invece vedono il loro lavoro sconfinare nel reame dell'arte, come è il caso di Bea Camacho, di cui vorrei parlarvi oggi.
Vero che definire il confine tra artigianato, design e arte non è cosa semplice, tanto più che il mondo non è fatto a scatole. Ma lasceremo qui questa discussione, per ora.
Trovo però estremamente interessante che molti artisti contemporanei scelgano la maglia o l'uncinetto come materiale attraverso cui realizzare emozioni e concetti. Con la naturalezza con cui un pittore potrebbe decidere di usare ora i colori ad olio, ora la tempera.
Indubbiamente è un materiale che, anche se non comunissimo tra gli artisti, ha un potenziale artistico innegabile, vista la fortissima carica evocativa donata dal suo bagaglio pieno di storia, memoria, gesti antichi...
Entriamo dunque nel vivo dei post del lunedì, e come avrete intuito parliamo di arte.
Non di "arte" come titolo dei due precedenti post 

(per chi se li fosse persi, ecco i link:

bensì proprio di arte contemporanea
Lo so, spesso è un tema che mette in soggezione, perché si ha l'impressione di non riuscire a comprenderla in quanto non "addetti ai lavori". Ma credetemi, bastano un paio di linee guida che favoriscano la lettura dell'opera, un po' di pazienza e un pizzico di sana curiosità, e anche gli attacchi d'arte più astrusi e complessi sembrano subito molto meno distanti.
Mi piacerebbe, nel corso di vari post, farvi conoscere e commentare con voi alcuni artisti che utilizzano maglia o uncinetto come materiale

Oggi ho trovato la giovane Bea Camacho, nata nel 1983 nelle Filippine, laureata ad Harvard in Arte.

In Enclose (2005), uno dei suoi primi lavori, ha costruito con uncinetto e lana rossa un bozzolo attorno a sé fino a rinchiudervisi completamente. L'operazione è durata undici ore e la giovane non ha effettuato pause, neanche per bere o andare in bagno.

 Questo lavoro, semplice, pulito ed efficace, evoca idee quali isolarsi, ricerca di sicurezza, protezione, intimità, rifugio, e con il dare forma al proprio ambiente.
Ma l'artista, nel notevole sforzo di scomparire all'interno della sua crisalide rossa fiammante, si rende infinitamente più visibile.


Temi simili sono elaborati consapevolmente e sviluppati ulteriormente in opere successive quali Enclosure II (2010 - performance di nove ore alla Tate Modern Gallery di Londra. Foto all'inizio del post) e Efface (2008 - foto a sx e sotto), in cui, man mano scompare nel tappeto bianco creato dalla stessa Camacho, l'ambiente acquista sempre più importanza.


Anche questa impresa da undici ore è documentata in un video. A differenza del primo Enclose maggiore enfasi è data allo spazio attorno al corpo. Il corpo diventa parte integrante dell'opera man mano che scompare nell'architettura circostante, che allora viene rivelata.
Del corpo assorbito dal tappeto-opera non rimane che una memoria, una assenza che ne porta ancora il profumo. Una ingombrante traccia, impossibile da ignorare.


In queste sue opere l'artista sembra richiamare, nell'atto di chiudersi in un bozzolo di lana, attraverso ore di concentrazione mentale e sforzo fisico, la ricerca di una protezione che ricorda il ventre materno. E può evocare la condizione di chi come lei (immigrata negli Stati Uniti dalle Filippine) può desiderare farsi piccolo piccolo, pur anelando a trovare il suo posto nel mondo, in una continua lotta tra il desiderio di scomparire e quello di affermarsi.
Ma le interpretazioni e le suggestioni possono essere infinite. Invito ognuno di voi a trovare le sue.

Per oggi la pillola artistica è finita, ci leggiamo il prossimo lunedì con altre curiosità legate all'immenso mondo dello sferruzzo. Buona settimana a tutti!

Chiara






sabato 16 maggio 2015

I risultati della campagna per il Nepal

Tempo fa, assieme ad altri designer italiani, ho aderito ad una campagna promossa da Alice Twain (cliccate QUI se non ve ne ricordate).

La campagna di raccolta fondi, raccoglieva nomi come Alice Twain ( anche ideatrice dell'iniziativa), Veruska Sebastiane AleandriMaria ModeoLaura Virginia ManfrediPaolo Dalle PianeLucia Maria LanzafameEmma FassioAlessandro EstrellaCarla Positano, Federica Giudice ed Adriana Monoscalco ed io sono stata molto felice ed onorata di parteciparvi.

E quindi, visto che la campagna è scaduta ieri, ecco com'è andata.
Queste sono le ricevute di aprile e maggio relative al pattern da me messo in promozione: Ojella.

Ho raccolto 55 + 56 Euro per un totale di 111 Euro.
Come molti sapranno, sul mio conto PayPal ne arrivano di meno, perché sono soggetti a commissione, ma ho deciso che la differenza l'avrei messa io e anzi, ho voluto arrotondare per eccesso a 120 Euro.
Ecco quindi le ricevute della donazione fatta a Medici Senza Frontiere.


Volevo ringraziare di cuore tutti quelli che hanno aderito a questa campagna, sia designer che acquirenti e soprattutto Alice Twain per aver avuto questa splendida idea.

In partenza per Lodi!



Sono quasi pronta per partire: sono davvero emozionata di andare a tenere il nuovo TB6Cafè presso "Difilato" a Lodi!
Sabato 23 maggio presenterò un progetto che mi è molto caro, una maglietta estiva freschissima e molto semplice da realizzare: Gardis!
Ed avremo occasione di parlare della tecnica costruttiva Top - Down, con tutti i suoi pro ed i suoi contro.
Troverete tutte le informazioni per iscriversi a questo appuntamento QUA.
Dai che ci siamo quasi!

venerdì 15 maggio 2015

Maglia per l'estate: the worst of!

Come sempre c'è il rovescio della medaglia, la vita tanto ti da e tanto ti prende.
Questa volta non è che i modelli siano davvero i più "brutti". Alcuni, anzi, sono davvero carini.
E quindi perché li ho selezionati? Un attacco di follia passeggera? Il colpo della peperonata mangiata ieri sera? Una sortita dell'Alzhaimer che ha deciso di farsi sentire?
Ehm, no. Spiacente.
Li ho selezionati per dirvi QUANTO siano fuori luogo.
L'idea è questa: non è che se sei uno stilista, ci puoi fare indossare i doposcì a luglio. Eh, no.
Non è che perché è di moda lo devo assolutamente mettere. Eh, no.
Ci sono stagioni e stagioni, occasioni e occasioni, disegni e disegni.
Ogni abito può essere perfetto, dipende.
Ed anche questi, quindi, cambiando abbinamento o stagione, sarebbero portabilissimi.
Esaminiamoli nel dettaglio.

Brunello Cuccinelli di solito sforna modelli misurati e molto indossabili, pur mantenendo uno stile un po' shabby-chic.
Deve aver battuto la testa per proporre una gonna ed una mantellina in similpelliccia! Che poi non è pelliccia, cos'è? Piume no, fibre? Erba della savana? Code di qualche roditore sconosciuto? Rafia? Paglia? Buh.
Ho ingrandito le foto ma non ho mica capito...
No, perché eliminando l'elemento di disturbo, le mise sotto sarebbero carine.
Beh, si, volevo dire "sostituendo la gonna"...
Emilio Pucci esagerato!
Va bene il poncho, ci piace il poncho. ma NON QUESTO poncho!
A rete all'uncinetto pieno di fiorellini e applicazioni a contrasto. Che già quelle… poi ci attacca anche le frangione, vuole fare il moderno!
Emilio, esci dagli anni Settanta...
Isabel Marant, anche lei, ci propone pellicciotti.
Certo, nulla di meglio da indossare con l'afa di agosto! Saremo perfette in spiaggia sotto l'ombrellone!
Ma dico io, e concertassi un po'?
Kenzo fa un potpourri di righe: verticali, orizzontali, a raggiera… e dire che presi separatamente i due pezzi sono pure carini… è l'insieme che è terribile!
Perfino la modella ha messo una maschera perché si vergogna...
Proenza Schouler non ha ben chiare le stagioni: ad una polo accollata (che già così con quel tessuto mi prude la pelle) ci sbatte sopra applicazioni in pelle.
Pelle.
In estate.
Avete capito bene, si.
E vabbè.
E poi la scelta dei colori… tristanzuola, tanto suora.
Peccato.
Che ci fa qua questo splendido maglioncino di Trussardi?
Abbinato a splendidi pantaloni in lino, sandali da sturbo e favolosi occhiali da diva?
Dirò solo: MAI maniche lunghe di cotone in estate, MAI trecce in estate.
Punto.

mercoledì 13 maggio 2015

Vi presento "Vinella Hat"!

Sabato scorso a Udine, presso il bellissimo negozio di Caterina, Filati Cesselli, ho presentato il nuovissimo “Vinella Hat”.
Abbiamo lavorato tutte insieme a questo nuovo schema, imparando la tecnica della lavorazione a colori Fair Isle: una lavorazione che adoro!

Realizzato in altri colori, trovo che sia fantastico anche per uomo… ed intendo sferruzzarne molti, uno per figlio!
… Il marito no, ha detto che è troppo "mollo"… ma cosa dice, pensavo che gli piacesse, lui, il padrone del gatto mollo per eccellenza: Strudel! E invece no.
Evvabbè.

martedì 12 maggio 2015

BC Garn - Cocktail

Foto di Nedda Kupfersin
Giovedì scorso a "lalanalà" ho partecipato ad un appuntamento davvero speciale: un Cocktail a tema filati! E' stato un mini - appuntamento divertente ed informale, durante il quale abbiamo conosciuto un po' meglio l'Azienda BC Garn.

Foto di Nedda Kupfersin
BC Garn è stata fondata nel 1972 con il nome “Væveværkstedet i Barritt” (lo so, non sapete pronunciarlo… nanche io!!!). Oggi l'azienda, seppur a conduzione familiare, è un’impresa di medie dimensioni che esporta in tutto il mondo. E' specializzata in fibre naturali e filati di lusso e possiede il più grande assortimento di sete del Nord Europa. Oltre alla seta trattano anche cashmere, mohair, alpaca, baby alpaca, cotone egiziano, lana shetland, lana merino, angora. Molti dei filati sono organici e biologici, anche se la merino non è purtroppo mulesing free.
Punto di forza è il vasto assortimento di colori in tutte le qualità di filato e i coloranti usati sono ecologici.
BC Garn tratta sia filati per aguglieria sia per produzione industriale.
Visto che le informazioni reperibili in rete non sono moltissime, ho scritto all'Azienda stessa e mi ha risposto prontamente proprio Bo Carstensen, il proprietario! Mi ha dato molte informazioni interessanti che hanno vivacizzato l'appuntamento.
Foto di Nedda Kupfersin
Visto che si è parlato di filati organici, cosa vuol dire, in effetti?
La lana organica per essere definita tale deve essere prodotta in conformità ad alcune norme dettate dai diversi organi di certificazione (il più importante a livello mondiale è il GOTS (Global Organic Textile Standards).
Questa certificazione assicura al consumatore che i prodotti siano ottenuti nel rispetto dei criteri ambientali e sociali applicati ad ogni livello della produzione. Dalla raccolta in campo all’etichettatura. Inoltre, le verifiche attuate per la certificazione GOTS, prendono in considerazione lo standard qualitativo dei prodotti certificati; i tessuti oggetto di certificazione sono puntualmente campionati e sottoposti a verifiche fisiche e chimiche, per valutarne l’idoneità qualitativa e prestazionale.
Le campionature vengono testate presso laboratori autonomi, così da avere un riscontro reale e provato circa l’assenza di sostanze nocive e circa le caratteristiche qualitative e di resistenza del prodotto.
In particolare abbiamo parlato dei filati presenti in negozio, e cioè Tussah Tweed, Soft Silk e Allino.
Abbiamo avuto così l'occasione di vedere dal vivo i filati in questione, toccarli, studiarli ed apprezzare le loro qualità.

Foto di Nedda Kupfersin
Abbiamo anche esaminato alcuni capi già realizzati.
Foto di Nedda Kupfersin
E parlando della seta, abbiamo anche fatto un piccolo approfondimento sulla sua storia, sulla lavorazione e sui vari tipi.
Si narra che la nascita della bachicoltura si deve all'imperatrice cinese Xi Ling Shi, ma probabilmente la lavorazione della seta si conosceva in Cina già nel 3000 a.C.
Gli imperatori cinesi si sforzarono di mantenere segreta la conoscenza della sericoltura. In Europa la sericoltura ebbe inizio solo intorno al 550, attraverso l'Impero bizantino; la leggenda dice che monaci agli ordini dell'imperatore Giustiniano furono i primi a portare a Costantinopoli delle uova di baco da seta nascoste nel cavo di alcune bastoni da passeggio.
Foto di Nedda Kupfersin
La seta è la più bella e pregiata delle fibre tessili oggi conosciute.
Viene ricavata dal dipanamento del bozzolo del baco da seta. I bozzoli raccolti vengono sottoposti a cernita, alla rimozione della parte più esterna e immersi in acqua onde sciogliere la sericina che tiene la bava aderente a se stessa. I bozzoli vengono divisi poi per grossezza, spazzolati leggermente per rintracciare il capo delle bave e dipanati.
La SETA MULBERRY che si ottiene corrisponde circa alla metà della lunghezza totale (circa 2.400 – 3.000 metri). Da questa qualità si ottiene un tipo di tessuto liscio e brillante, molto regolare e senza nessuna sporgenza. Al tatto risulta caldo, morbido e estremamente fine. Questa seta è considerata di prima qualità.
La SETA SCHAPPE, TERZANELLA o FIORETTO, si ottiene da bozzoli forati, da cascami di seta, dagli scarti. La lunghezza varia tra i 4 e i 15 cm. I tessuti risultano semibrillanti ma regolari. Al tatto risulta molto fine, calda e più morbida della seta. Questa seta è considerata di seconda qualità.
La SETA BOURETTE o ROCCARDINO, si ottiene con la lavorazione delle fibre risultanti dalla seta schappe, quindi con una lunghezza inferiore ai 4 cm. Si ottengono dei tessuti irregolari, poco luminosi, opachi, con dei nodi che provocano dei forti ingrossamenti. Al tatto risulta essere resistente e piuttosto calda. Questa seta è considerata di terza qualità.
Merita menzione il DOUPPION, una seta filata da due bachi che tessono un bozzolo comune producendo così un filato doppio. Esistono tipi speciali di tessuti, come lo shantung o altre qualità irregolari, che sono prodotti con questi tipi di seta.
La SETA SELVATICA è la qualità che viene generata da altre specie di bachi. La più importante tra questi è la TUSSAH. E’ meno fine di quella prodotta dai Bombyx Mori e viene prodotta dai bruchi Tussar, che sono di una specie diversa, vivono sulle querce e hanno un regime alimentare diverso. La seta tussah è più grezza e viene reclamizzata come seta etica perché in alcuni casi i bozzoli sono raccolti dopo che la farfalla ne è uscita, quindi l’animale non viene ucciso, ma la seta è meno pregiata perché il bozzolo da cui si svolge non è integro.
(Un grazie a Veruska, fonte di informazioni sulla seta tussah).
Foto di Nedda Kupfersin
Foto di Nedda Kupfersin
Infine alle partecipanti è stata fornita una piccola lista di modelli adatti ai filati esaminati, tra cui il mio Gardis… il tutto allietato da un aperitivo e da degli invitanti stuzzichini!

lunedì 11 maggio 2015

Lo zen e l'arte di sferruzzare 2

Rieccoci qui, buongiorno!





Grazie di cuore per aver risposto numerosi al post della scorsa settimana!

Vi avevo promesso gli ultimi cinque motivi per cui lavorare a maglia fa bene alla mente, al corpo, al cuore, allo spirito.
Proseguiamo con l'elenco, che arricchisco con un punto in più, molto speciale...

6. Allenamento della creatività. Un lavoro a maglia parte dalla scelta di textures, pattern, colori, materiali. Via libera all'espressione della fantasia: e siamo sicuri di indossare qualcosa di unico al mondo. Anche sbrogliare problemi è un allenamento della fantasia: a volte, se siamo creativi, i problemi diventano opportunità.

7. Piacere sensoriale. Vengono soddisfatti e stimolati i sensi visivo e tattile (e uditivo, se consideriamo il suono dei ferri che lavorano!). Sarà contento soprattutto il secondo, che abbiamo poche occasioni di soddisfare nella vita di tutti i giorni.

8. Un piacere che dura a lungo nel tempo. Nell'era dell'usa e getta scegliere di creare qualcosa di qualità che rimarrà nel tempo e prendersene cura è un lusso. Il maglioncino fatto dalla zia ha un altro calore quando indossato (mia zia nella fattispecie è un'ottima sarta e sferruzzatrice, ho i suoi capi nell'armadio da anni, e li indosso con molto affetto e orgoglio)! "Il pullover che m'hai dato tu, sai mia cara, possiede una virtù, ha il calore che tu davi a me e m'illudo di stare in braccio a te"... E poi l'ambiente ringrazia (e anche il portafoglio).

9. Tempo dedicato a ME. Sferruzzare offre un'oasi di pace lontano dalle agende straripanti di impegni e la rigida routine, una disintossicazione rinfrescante in un mondo saturato di tecnologia. Offre una rara opportunità di stare soli con i propri pensieri.

10. Felicità e allegria. Sferruzzare rende le persone felici: quelli che sferruzzano e anche quelli che magari ricevono in dono il frutto del loro lavoro.  Fare ciò che piace fa sviluppare endorfine, l'ormone del buonumore. Ed è contagioso.

11. E poi, diciamolo, sferruzzare è un atto d'amore!


Insomma, il lavoro a maglia è usato in ambito terapeutico, in alcuni luoghi di lavoro, nelle carceri, nelle scuole, favorisce la socialità, giova ad anziani, bambini, mamme, papà, a tutti... Sferruzzare fa bene al corpo, al cuore e alla mente, a stare meglio con se stessi e con gli altri, siete d'accordo? 

Al prossimo lunedì!

Chiara

P.s. Se volete curiosare, i blog e siti che ho preso di riferimento sono:


domenica 10 maggio 2015

La lavorazione Doubleknitting

La lavorazione a due colori Doubleknitting presenta due lati diritti… mai più rovescio!
E' relativamente semplice da seguire, richiede solo un po' di concentrazione.
Spero vi piaccia questo video che ho realizzato in collaborazione con Chiara!

venerdì 8 maggio 2015

Maglia per l'estate: the best of!

E' giunta l'ora! Sta per iniziare la bella stagione ed è il momento di fare una cernita dei vari modelli a maglia & uncinetto e di esaminarli al microscopio!
Insomma, un'attività pomeridiana di tutto riposo.
MACCHE'!
Uno stress pazzesco!
Apri i siti, controlla le foto, le foto non si aprono, il computer è lento, no è la connessione che è lenta, bon finalmente si è aperta. E' maglia? No. E' uncinetto? Nemmeno. Forse tombolo o macramè? Buh. Non so. Questo mi pare bene, aspetta che lo scarico, segno il nome così non mi dimentico, carico le foto sul blog, mi sono dimenticata di segnare il nome, aspetta che apro il sito… da dove viene? Non da questo di sicuro, il formato della foto è diverso, eccolo qua! Segno subito. Ora ho trovato questa foto che mi pare anche più bella di quella prima, quale scelgo? Mmmmm…
Insomma, un lavoro a tempo pieno, che mi lascia spossata e vogliosa di shopping on line e di patatine, connubio quanto mai sconsigliabile.
In ogni caso, ecco qua per voi, la selezione dei "THE BEST" per l'estate.
Godeteveli tutti.
Céline questa stagione è decisamente fra i miei preferiti: ma com'è bello questo abito dalla linea morbida che fluttua attorno alle caviglia con un movimento armonioso? Semplice, lineare, perfetto con quei dettagli degli orli sfrangiati.
Bellissimo anche il colore: 8 (si, beh, è un abito ed ha 2 voti in più di default).
Isabel Marant saggiamente sceglie una trama larga, molto adatta alla canicola estiva: la linea oversized in questo caso non ingoffa affatto, anche per via della trasparenza (certo una canottierina contro l'artrosi la potevi mettere, eh, Isabelle…).
Ottimo l'abbinamento con shorts sportivi ton-sur-ton e sandali ultrapiatti: 8.
Loewe svetta in testa con questo splendido top asimmetrico aperto su un fianco. Beh, che c'entra che è dolcevita? Chi bella vuole apparire un poco deve soffrire… i pantaloni abbinati in tonalità neutra completano l'outfit egregiamente.
Tocco di stile la pantofola mandarino (perché fa più fAigo che dire "arancio"): 9.
Maison Margiela sceglie un accostamento tra fantasie molto diverse ma che, inaspettatamente, stanno molto bene insieme, complice anche la palette dei colori. Un po' troppo corto a scoprire la pancia (e sappiamo quanto sia importante tenere i reni coperti), trovo questo maglioncino davvero delizioso.
Un gradito ritorno: i sandali piatti: che chic! 8/9.
Michael Kors ha delle proposte anche per Lui. In realtà vorrei strappargli di dosso il maglioncino a righe marinare ed usarlo per me. Ed in realtà forse lo farò.
ORRIDI i sandali fraticello-style e… dove vai con quei risvolti assurdi?
Beh, il maglioncino è delizioso ma se Il Marito osasse vestirsi così, lo tramortirei con una padellata in testa.
Voto della maglia: 8.
Michael rinsavisce con questa rigorosa maglietta, ravvivata solo da una ruche su una spalla. Un po' invernale, ma molto d'effetto.
Bellissimi i pantaloni e i sandali (la pochette non ce l'ha più perché è nel mio armadio): 7/8.
Fare una classifica di capi in maglieria senza menzionare Missoni, sarebbe come fare la mozzarella in carrozza senza metterci l'acciuga. E quindi, ecco qua uno dei suoi capi più carini.
Si, beh, carino, portabile, i colori mi piacciono un sacco. Senza grandi lodi.
Il turbante glielo brucerei in una pira cerimoniale, ma vabbè: 6.
Miu Miu, invece, tenta il voto massimo e quasi ce la fa.
Tutto perfetto: la distribuzione del colore con quelle bande nere che snelliscono, il flash rosso delle maniche, i pantaloni che si abbinano alla perfezione, il coupe-de-théatre dei fiocchi sulle scarpe… ed allora perché non il massimo? Ehm… la borsa, baby, la borsa… 9/10.
Philipp Plein (mai sentito, me ignorante) conclude in bellezza questa carrellata con un miniabito a strati giallo e nero. Molto Ape Maia? No. Anzi, lo temevo, ma mi piace un sacco!
Anche qui borsa bianca… ma perché? Perchè?? Mistero.
Voto: un dignitoso 7.